Il “vedere oltre” nelle opere degli artisti contemporanei della Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Un percorso tra fede, arte e cultura è quello che ha permesso di ascoltare le interessanti considerazioni di Monsignor Timothy Verdon nell’ambito della sua Lectio Magistralis, che ha preceduto la presentazione e l’inaugurazione delle opere d’arte che hanno trovato posto nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Due vetrate che rappresentano la Trasfigurazione di Cristo e l’Amicta Sole realizzate dal Maestro Piero Gauli; tre vetrate raffiguranti il Beato Giovanni Liccio, Don Pino Puglisi e il Cardinale Pappalardo, messe a punto dal Maestro Mario Pecoraino; quattro pale d’altare che rappresentano il Battesimo di Cristo, le Nozze di Cana, l’Annunzio del Regno e l’Ultima Cena, create rispettivamente da Carla Tolomeo, Miriam Pertegato, Alessandra Giovannoni e Stefania Fabrizi.
Le opere prendono spunto dai Misteri della Luce introdotti da Papa Giovanni Paolo II. E in effetti le realizzazioni artistiche non fanno altro che dare nuova luce alla chiesa, segnando un impatto visivo che appare straordinario. Ma queste opere non sono solo belle da ammirare, infatti presentano intrinseci significati simbolici, che spingono a riflettere e a comprendere in maniera più profonda le verità che la fede intende rivelare a chi sa accostarsi ad essa, facendo spazio dentro di sé ad un messaggio tutto da scoprire.
L’espressione artistica umana conduce alla dimensione interiore attraverso dei segni che intendono stabilire un messaggio comunicativo che si fa portatore di intenti vicini a quel mistero e quell’immaginario che ogni uomo porta dentro e che lo spingono ad interrogarsi sul significato assunto dai segni materiali che fanno parte della sua vita.
E proprio questi segni costituiscono il punto di partenza di una verità alla quale ci si può avvicinare mediante l’acquisizione di una tendenza all’interiore e allo spirituale che siano realmente sentiti. Viviamo in una società che celebra l’immagine e in questo contesto queste opere d’arte frutto dell’espressione di artisti contemporanei ci aiutano a farci portatori di nuovi significati da attribuire a ciò che vediamo.
Il vedere si trasforma anche in comprendere. Comprendere come i segni non sono altro che espressione di un divino che va oltre ciò che siamo in grado di vedere, che è poi un vedere e un guardare anche con gli occhi della mente e non un limitarsi ad una percezione sensoriale. In questo l’arte riesce a conciliarsi con la fede, perchè entrambi sono espressione di ciò che va oltre i limiti del sensoriale e del mero sfoggio dell’esteriore.
Come ha chiarito Monsignor Verdon, l’arte contemporanea può essere considerata funzionale alla liturgia, gli artisti dei nostri giorni non fanno altro che porsi come portatori di un astratto che si presta a conciliarsi con l’arte sacra, in quanto è qualcosa di intriseco al messaggio di Cristo che si presenta come via, verità e luce e che esula dal figurativo, ma che invita a ritrovare la dimensione del vedere oltre.
Per ulteriori approfondimenti vedi anche:
- Presentazione Fotografica Mysterium Lucis (di Pino Sunseri) – (guarda il video)
- Lectio Magistralis di Mons. Timothy Verdon “Un’altra luce. L’arte contemporanea e la liturgia” – (guarda il video) – (guarda le foto)
- Articolo pubblicato sulle pagine culturali del quotidiano Avvenire nell’edizione di venerdì 9 ottobre 2009 (leggi l’articolo png) – (leggi l’articolo in pdf)
- Articolo di Mons. Timothy Verdon pubblicato su L’Osservatore Romano in data 24 ottobre 2009 – (leggi l’articolo)
- Servizio sull’evento andato in onda nell’edizione delle 14:00 del Tg3 Regionale di domenica 11 ottobre 2009 (guarda il video)
- Inaugurazione delle pale d’altare e delle vetrate d’arte (Chiesa S. Maria degli Angeli) – (guarda le foto)