Fu fondata nel 1487 per iniziativa dello stesso Beato Giovanni Liccio, i lavori terminarono nel 1492, anche se molti furono i rimaneggiamenti.
La facciata è molto semplice, le uniche decorazioni sono costituite dal portale centrale e dall’immagine della Madonna scolpita in marmo sopra di esso, la Vergine circondata dagli Angeli getta agli uomini l’ancora della speranza. L’opera fu direttamente commissionata dal Beato Giovanni.
L’ingresso laterale sinistro conduce ai locali del vecchio convento, adesso destinato ad altri usi. Gli altri due portano invece all’interno della chiesa.
La pianta della chiesa è rettangolare ma irregolare, la navata principale che contiene l’altare è divisa da una fila di quattro colonne dalla navata di destra sulla quale si affacciano tre altari laterali, ed in fondo la porta della sacrestia.
Il soffitto della navata centrale è a capriate, ispirato allo stile normanno, mentre la navata minore è coperta da una volta a botte.
L’irregolarità della pianta sono dovute ai posteriori ampliamenti. La zona absidale fu aggiunta poco dopo la morte del Beato, e nella seconda metà del ‘500 furono costruite l’antica cappella del Beato e la navata di destra.
Cenni sulle opere:
Nella cappella del Crocifisso (la prima a partire dall’ingresso) è presente ai piedi del Crocifisso in legno la tela della Addolorata risalente al XVIII secolo ed un quadro di Vincenzo La Barbera proveniente dalla chiesa ormai chiusa al culto della Madonna Visita Poveri del 1603. Il tetto lascia ammirare uno stucco che raffigura l’Eterno Padre che tiene in mano il triangolo della Trinità e il globo sormontato da una Croce.
La seconda cappella (fino a poco tempo fa dedicata alla Madonna di Lourdes) è dedicata al Beato caccamese, infatti contiene l’originale suo sepolcro costruito nel 1558. Contiene anche un olio su tela attribuito a Vincenzo La Barbera della Madonna col Bambino tra i Santi Pietro Martire da Verona e Antonio da Padova; La Gloria del Beato Giovanni di Giovanni Bonomo del 1750; la Trinità e Crocifissione con i Santi Michele, Francesco, Domenico e Andrea della fine del XVI secolo di Antonino Spatafora, ed infine la bella urna argentea che contiene le spoglie del Beato usata per la processione per le vie della Città.
Nell’ultima cappella dedicata alla Madonna del Rosario si apprezza l’opera più preziosa della chiesa, e cioè la statua in marmo della Madonna (nella foto) risalente al 1516 del Gagini realizzata in maniera molto raffinata sopra l’altare in stile barocco.