Il 14 novembre ricorre l’anniversario del Dies Natalis del Beato Giovanni Liccio, giorno in cui il Beato Giovanni Liccio, dell’ordine dei padri predicatori, degno figlio di San Domenico, rese la sua anima a Dio. Ancora oggi il popolo ricorda questo trapasso del Beato e ne celebra la festa nella chiesetta fuori le mura, ove fino al 1818, c’era la casa natale del Liccio. Da subito il popolo lo acclamò Santo, tanto che la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi. Il primo miracolo avvenne subito dopo la sua morte: il suo corpo adagiato sopra un feretro venne trasportato nella chiesa parata a lutto e attorno ad esso vennero accesi 24 ceri, quanto il numero delle contrade di Caccamo, pietosa offerta del municipio Caccamese al Beato concittadino. Per tutto il tempo in cui il feretro rimase esposto in chiesa i ceri non si consumarono.
In preparazione alla festa, comunemente chiamata dai caccamesi del “Beato Giovannello“, viene celebrato un triduo nella chiesa “fuori le mura” che inizia con la recita del rosario, prosegue con la coroncina e si conclude con la celebrazione eucaristica. Dalla gradinata fra due viali fioriti si arriva sino alla piccola ma accogliente chiesa, sul cui altare maggiore troneggia una tela di Antonio Manno del XVIII sec., pregevole opera che ci presenta il Beato Giovanni in contemplazione con il volto particolarmente espressivo, rivolto in alto, che sorregge la croce con la mano sinistra. Ai lati compaiono due angeli, quello a destra tiene in mano il libro e il giglio, mentre quello a sinistra tiene il sudario della Veronica.
Ai piedi dell’altare, alla sinistra di chi entra, si trova il simulacro che il rettore del tempo P. Salvatore Faso commissionò nel 1953 a Luigi Santifaller, una statua in legno del Beato a sostituzione della statua in cartone romano del 1753 che è stata posta attualmente nella Chiesa Madre dopo un accurato restauro. Nella realizzazione dell’opera il Santifaller si ispirò al dipinto del Manno, tuttavia il volto appare notevolmente ringiovanito tanto da farlo apparire quasi come un ragazzino, da qui l’appellativo “Beato Giovannello”.
Il giorno della festa, già dalle prime ore del mattino i fedeli si recano in chiesa per partecipare alle Celebrazioni e a ciascuno viene distribuito il pane benedetto.
Dopo l’ultima Celebrazione Eucaristica, intorno a mezzogiorno, il simulacro del beato si accompagna in processione alla chiesa Madre dove, nel tardo pomeriggio, si svolge la solenne Celebrazione Eucaristica. Al momento dell’offertorio vengono offerti ventiquattro ceri ricordando l’offerta fatta al Beato Giovanni nel giorno della sua morte. Alla fine della messa ha inizio la solenne processione che, attraversando le vie della cittadina, giunge sino alla Chiesa Santa Maria degli Angeli. Subito dopo essa si avvia nuovamente verso la chiesa Madre. Il fercolo del beato viene portato a spalla dai devoti che, indossando gli abiti dell’ordine domenicano, onorano il voto fatto per le grazie ricevute.