Non credo al caso ma la mia piccola fede dà un senso ad ogni incontro e ogni giorno mi regala sensazioni nuove e nuovi dolori. Tanti anni fa, al tempo in cui ero Promotore del Rosario, avevo lavorato tanto per rimettere in piedi un antico conventino dove la tradizione dice vi sia sostato anche san Francesco. Il luogo si chiama Ganghereto ed è nel comune di Terranuova Bracciolini in Valdarno (Toscana). Da tempo cercavo un posto dove radunare tutti quei ragazzi che avevo incontrato nel mio lavoro di promotore del Rosario. Ebbene, nel 1972 ci venne dato Ganghereto in comodato. Si trattava del frutto maturo di un movimento ormai sparso in tutta Italia, la G.A. – così si chiamava, acronimo di Giovani Amici – che era cresciuto nell’ambito della predicazione attraverso il Rosario. Un movimento di preghiera che, con una particolare attenzione alla fi gura di Maria e alla sua fede, voleva approfondire la propria fede costruendo rapporti di amicizia e solidarietà, voleva essere Chiesa, raccogliendo il meglio delle spinte conciliari. Un luogo che non risolvesse solo lo spazio fisico capace di accogliere le sempre più numerose iniziative che il movimento, crescendo, chiedeva. Un luogo che fosse soprattutto la realizzazione di un’esperienza di Chiesa completa, piena 4 Festa Madonna del Sorriso di P. Ennio Staid sia nella disponibilità di chi l’avesse abitato sia nell’apertura e convivenza dei diversi carismi che pullulano nella Chiesa. Cercavo un luogo dove tentare una esperienza di chiesa diversa, dove fosse possibile vivere e lavorare insieme religiosi e laici. Ganghereto a quel tempo era una minuscola parrocchia abbandonata e data in uso a dei contadini che vi tenevano conigli e galline.
Vi arrivai, come sempre, da incredibile sognatore. Vi rimasi per circa 15 anni dedicando la chiesetta alla Madonna del sorriso e ne fissai la festa il lunedì dopo la Pasqua. Io però fui presente a questa festa soltanto tre volte, poi i miei superiori mi vollero destinare a Faenza. Per me lasciare Ganghereto fu un vero dramma. Ma le vie di Dio non sono le nostre ed ora non sarei a Novara. Dio attraverso una obbedienza che mi parve crudele ha voluto che i domenicani tornassero a Novara dopo più di due secoli. Quest’anno dovendo andare a presentare il mio ultimo libro la domenica successiva alla Pasqua a Civitavecchia, pensai di potermi fermare il Lunedì di Pasqua a Ganghereto dedicato appunto alla Madonna del sorriso. Avrei fatto una tappa nella mia amata Collina del Sorriso. Telefonai alle suore, che continuano egregiamente il lavoro che avevo iniziato, dicendo la mia intenzione. La risposta che ebbi mi sconvolse per un certo tempo. Per il fondatore non c’era posto. Tutte le stanze erano occupate ed io avevo avvisato troppo tardi. Mi venne in mente la risposta che san Francesco disse a frate Leone che gli chiedeva: ”Cosa è la perfetta letizia?” E san Francesco gli rispose: “Quando saremo arrivati a Santa Maria degli Angeli e saremo bagnati per la pioggia, infreddoliti per la neve, sporchi per il fango e affamati per il lungo viaggio busseremo alla porta del convento.
E il frate portinaio chiederà: Chi siete voi? E noi risponderemo: Siamo due dei vostri frati. E Lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l’elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte. Ci griderà: Vagabondi insolenti, la pagherete cara. E uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe 5 Festa Madonna del Sorriso di P. Ennio Staid dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia.” A me le buone suore non scesero con un nodoso bastone dicendomi vai via sei un impostore, ma fui ospitato in un agriturismo magnifico “Il Pino” poco lontano da Ganghereto. Al Pino, si produce anche Bioagricoltura, qui fui accolto come un principe di sangue reale. Niente bastonate per me, al contrario ho avuto in dono il sorriso di Maria, che ho trovato nel volto di un giovane che una malattia genetica costringe a vivere in una carrozzella. Luigi è un bellissimo giovane molto intelligente con un sorriso dolce molto simile alla mia Madonna del Sorriso. Dirige l’agriturismo con la Madre Loretta che avevo conosciuto, poco più che bambina, ai tempi del mio soggiorno a Ganghereto. Così questo lunedì di pasqua 2018 mi è apparso come un grande dono di Maria. Tornerò a Terranuova Bracciolini il prossimo 2 giugno per presentare la mia ultima fatica letteraria: “Que viva Torquemada!” e potrò ancora godere il sorriso di Maria e quello di Luigi nella certezza che Terranuova è stata ed è per me la terranova dove ho imparato che un sorriso vale più di ogni predica.
Articolo tratto da Lettera agli amici della fraternità Agognate – Anno 19° n. 95 giugno 2018