Andrea, non è più fra di noi: “il dolore, il lamento, le lacrime, la sofferenza non hanno più potere su di lui”. Ormai per lui “sono le cose passate…”. Libero e liberato, da tutto quello che potesse offuscare la sua dignità di figlio di Dio. A 63 anni è stato chiamato a partecipare alla comunione dei battezzati e, quindi dei santi, reso partecipe dopo la sofferenza, della gloria e delle bellezza, della santità e dell’eternità divina che Andrea ha accolto, condiviso, testimoniato in ogni ambito in cui è vissuto, lasciando sempre e comunque, un segno della sua forte personalità e della sua fede cristiana.
Andrea, come sappiamo coloro che lo abbiamo conosciuto, non aveva un carattere facile da comprendere. Apparentemente burbero e scontroso, forse perché introverso e fondamentalmente timido. Ma era solo questione di attimi, perché sapendo cogliere il senso della realtà e dei rapporti personali sapeva riportare tutto in termini schietti ed immediati, in rapporto al Vangelo e a quei principi a cui ha ispirato la sua vita personale e professionale.
Cresciuto all’ombra del convento dei Cappuccini e, quindi della Gi.Fra. ha maturato in quell’ambito francescano ad amare la povertà e la semplicità, e a lottare per affermare come Francesco che “basta la regola del Vangelo”. Ma è nel Cammino Neocatecumenale che ha portato a pienezza questo cammino di presa di coscienza della sua identità umana e cristiana, come tanti altri giovani dopo l’inizio a Caccamo di questa proposta di fede, tramite l’operosa iniziativa di padre Nicasio Galbo. E con il senso critico, rigorosamente illuminato dalla Parola di Dio, non ha mai avuto “peli sulla lingua”. In fondo come diceva Gesù: la Verità vi farà liberi!. Tutti erano, quindi, “costretti a fare i conti” con Andrea. Sia all’interno del Cammino come anche della Comunità Ecclesiale, richiamando la coerenza tra fede e vita, culto e testimonianza. Così come anche del dibattitto politico e dei problemi di Caccamo che Andrea, amava profondamente e che, quindi lo portava a non tacere, facendo risuonare nelle sue prese di posizioni il profeta Isaia “per amore di Sion, non tacerò…”. Per la verità, anch’io dopo le mie omelie, ero chiamato a confrontarmi con Andrea. E come, altri, mi contestava non la sostanza del mio dire, ma i termini eccessivamente duri con cui mi riferivo alla nostra realtà caccamese. Ma alla fine, insieme eravamo in accordo sulla verità dei fatti e la necessità di essere profeti di Dio, quindi scomodo ma fedeli… Per questo motivo, dopo tanti anni, maturò la sofferta decisione di lasciare il Cammino.
Da questo momento in poi si dedicò ancora di più alla sua famiglia, a Cettina, la sua amata moglie e a Giuseppe e Antonio i suoi figli. Mentre il lavoro di imbianchino prima e di stuccatore poi, gli permetteva di continuare ad essere in contatto con tantissime persone, lavorando nelle chiese. Sua infatti è l’opera di indoratura in foglia d’oro delle decorazioni nella Chiesa del beato Giovanni Liccio, nostro concittadino e patrono. E nelle lunghe ore di solitario lavoro, mi diceva di sentirne lo spirito e la presenza in quel luogo, benedetto da Dio, per mezzo della mediazione del nostro beato Giovanni.
Anche la musica, era un talento di cui Dio lo aveva dotato, la sua chitarra era sua immancabile compagna per rendere testimonianza della sua fede, il suo estro compositivo è stato lasciato In diversi cd che raccolgono le sue composizioni. Uno dei quali nel titolo esprime la sua visione della e sulla vita: Andrea Di Gesù: alligramenti Caccamu fu”. Ma credo che il suo testamento spirituale, a cui bisognerebbe guardare è la ballata “Aria di Festa” sul beato Giovanni che, sebbene in termini di allegria “i campane pazzi… ‘u biatu nilla vara è u Re della sfilata…” dall’altra parte con amarezza riconosce che: “la chiesa è china chiu’ u iornu di Natali e di Pasqua”.
Grazie Andrea, per quello che sei stato, per quello che per la misericordia di Dio hai seminato, malgrado i tuoi limiti e i tuoi peccati, e che solo Dio ha ora raccolto. E con Lui, sono sicuro avrai tanti motivi per discutere… Sarai anche nella pace del Paradiso, ma credo che nel frattempo il tuo arrivo non sarà passato inosservato e sarai protagonista, come a Caccamo, di accesi dibattiti…
Noi preghiamo per te, perché possa essere “degno della visione del volto misericordioso di Dio”, mentre sono sicuro che anche noi saremo nelle tue preghiere: Cettina, Giuseppe, Antonio e tutti quelli che con te hanno condiviso l’amore per la Parola di Dio e un tratto del cammino terreno.
Padre Giovanni Calcara, o.p.