Le parola “riforma e cambiamento” in questi giorni così confusi partono dalla Chiesa e anche dalla politica. Non a caso Papa Francesco alla fine di ogni discorso chiede: “Non vi dimenticate di pregate per me”, cosa che faccio, come non mai, sia per Lui, sia per i vescovi e i Superiori religiosi. Oggi far navigare la Barca della Chiesa non è facile. Forse non è stato mai facile, ma noi viviamo in questo tempo e, penso in tanti, ci troviamo disorientati. Non credo si tratti di cambiare delle leggi, ritenendo che così tutto si risolva. Sono sempre più convinto che sia necessario cambiare il cuore e che ogni uomo o ogni donna debba mettere in pratica la fede che proclama con la bocca.
Non possiamo diventare tutti Pilato e lavarci le mani nei confronti della crisi che vive la Chiesa. È molto semplice dire che questo lavoro di riforma appartiene al Papa, ai Vescovi e ai Preti. Anche essi sono uomini e, come tutti, hanno i loro difetti, i loro bisogni, i loro peccati, forse anche più grandi di qualcuno di noi; quando si parla di riforma della Chiesa non si parla, quindi, solo di loro, ma anche di ciascuno di noi. Noi siamo Chiesa come lo sono loro.
Certamente la Gerarchia ha un peso più grande da portare e il Papa Francesco sente in modo particolare questo bisogno di annunciare a tutte le genti il messaggio dell’Evangelo in modo credibile, credibile anche e soprattutto per lo stile di vita della gerarchia ecclesiale. Non credo che il Papa, parlando di riforma, desideri farsi pubblicità e ricevere l’applauso, usando una parola “sensazionale”, gradita a molti, per renderli “contenti e consolati”.
Mi sembra ingiurioso persino solo pensarlo. Non si vuole dare una… “spolveratina” e farla passare come riforma. È necessario che tutti gli uomini e le donne di buona volontà si rimettano con lena in cammino. Questa riforma è un valore universale ed è in modo particolare responsabilità del cristiano di ogni tempo. Più ci avviciniamo a Cristo e al suo esempio di vita nuova, più ci avviciniamo gli uni agli altri. Soltanto se noi ci rinnoviamo, soltanto se diventiamo nuovi, possiamo essere testimoni autentici della vita nuova in una cultura nuova della vita. Soltanto se viviamo la novità del Vangelo, siamo in grado di essere testimoni della speranza e incoraggiare gli altri ad accompagnarci sul cammino lungo e faticoso, ma gioioso, verso l’unità, affinché il mondo creda e trovi la via verso la pace e la fratellanza.
Ecclesia semper reformanda est, ci ricorda la “Lumen Gentium” e san Paolo sottolinea: “Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la spe ranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4, 4-6).
La riforma, ripeto, non riguarda soltanto la Gerarchia ma tutto RIFORMA PENSIONI FAMIGLIA CHIESA SANITA’ STATO LAVORO SCUOLA COSTITUZIONE Ecclesia semper reformanda est 5 il popolo di Dio che, camminando nella storia, è impegnato in un progetto che si va realizzando nei tempi e nei modi in cui Dio stesso dispone e lo Spirito suggerisce.
L’attitudine riformatrice è connessa alla natura stessa della Chiesa che ha il suo fondamento nell’incessante azione dello Spirito del Risorto, che guida la storia verso la pienezza della verità; è, perciò, un dinamismo costitutivo della comunità ecclesiale, cosciente della propria fallibilità. È anche legata alla sua vocazione. Nel Decreto sull’ecumenismo Unitatis Redintegratio al n.6 è ancora il Concilio che dice “la Chiesa peregrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno, in modo che se alcune cose, sia nei costumi sia nella disciplina ecclesiastica ed anche nel modo di enunziare la dottrina – il quale non deve essere assolutamente confuso con lo stesso deposito della fede – siano state, secondo le circostanze, osservate meno accuratamente, siano opportunamente rimesse nel giusto e debito ordine”.
Ogni rinnovamento è, perciò, una libera e creativa risposta alla propria vocazione evangelica. Tutto ciò vale anche per la politica che ha bisogno di essere riformata mettendo al centro l’umanità e tutto il creato. La Patria è una sola: L’UMANITA’ SENZA MURI E RETICOLATI.
Padre Ennio Staid O.P.
Articolo tratto da “Amici della Fraternità Agognate” – Anno 20° n. 99 aprile 2019